Il sistema scheletrico
Il sistema (o apparato) scheletrico è il più voluminoso del corpo umano: ne rappresenta circa l’80% circa del peso. Si compone di ossa, articolazioni (o giunti articolari) e muscoli ed è ricoperto dall’apparato tegumentario.
Fattori genetici, costituzionali, sessuali e ambientali determinano la variabilità individuale della morfologia esteriore, riscontrabile nelle differenze di forma e di dimensione degli elementi che compongono l’apparato locomotore.
Le ossa sono organi statici e sono unite tra loro mediante articolazioni. Ossa e articolazioni insieme formano lo scheletro che svolge attività di sostegno del corpo, costituendone l’impalcatura generale.
A seconda delle loro caratteristiche, le articolazioni conferiscono una certa libertà di movimento reciproco alle ossa che collegano. I muscoli, che invece sono organi dinamici, sfruttano queste possibilità di movimento. Infatti, si inseriscono in diversi punti delle ossa e contraendosi, quindi accorciandosi, esercitano trazioni sulle leve ossee, ottenendo come risultato funzionale il movimento dei diversi segmenti corporei, l’uno rispetto all’altro, o dell’intero organismo, nell’ambiente esterno. Grazie ai muscoli è possibile mantenere anche posizioni statiche.
Nell’apparato locomotore si distinguono tre sottoapparati corrispondenti a tre distretti corporei: testa, tronco, arti.
La testa comprende le ossa della scatola cranica e l’osso mandibolare, nella parte anteriore corrispondente alla faccia. I muscoli servono a regolare le aperture naturali e la mimica facciale.
I movimenti della testa rispetto al tronco sono possibili grazie ai muscoli provenienti dal tronco e non da quelli presenti nel capo.
Il tronco si struttura attorno alla colonna vertebrale (o rachide), che è formata dalle vertebre, unite tra loro da anfiartrosi. Sulle vertebre si stratificano perlopiù dorsalmente i muscoli. La colonna vertebrale è solidale con le ossa del bacino a livello sacrale; sostiene la testa, dà attacco ai dispositivi osteoarticolari o muscolari delle spalle, del torace e dell’addome; verso il basso dà inserzione al bacino, su cui si inseriscono gli arti inferiori; svolge funzioni determinanti per la stazione eretta e partecipa con gli altri sottoapparati ai movimenti del tronco e degli arti.
Il terzo sottoapparato è costituito dagli arti superiori e dagli arti inferiori.
Gli arti superiori comprendono le spalle, le braccia e gli avambracci, le mani; tutti i suoi settori si strutturano su una porzione scheletrica centrale rivestita di muscoli, raccolti in gruppi con funzioni opposte: flessorie ed estensorie, pronatorie e supinatorie, abduttorie e adduttorie, e così via.
Gli arti inferiori costituiscono il sottoapparato della deambulazione, che consente gli spostamenti del corpo nell’ambiente esterno, ma svolge sia in marcia sia da fermo attività antigravitarie, coordinate a quelle della colonna vertebrale; è costituito dal bacino, dalle cosce, dalle gambe e dai piedi.
Le ossa sono organi duri, formati prevalentemente da tessuto osseo che, a seconda della struttura, si distingue in compatto e spugnoso. Le ossa hanno un colore che può variare con l’età dell’individuo (biancastro nell’infanzia, avorio nell’età adulta, giallastro nella vecchiaia); inoltre, hanno consistenza diversa in rapporto alla quantità di tessuto osseo presente. Essendo molto elastiche, le ossa sono in grado di resistere a sollecitazioni meccaniche di notevole entità e di svolgere quindi una funzione protettiva nei confronti di organi più delicati, come cuore e polmoni ospitati nella gabbia toracica, cervello e midollo spinale alloggiati nella scatola cranica e nel canale vertebrale. Se però le sollecitazioni meccaniche sono d’intensità tale da superare le capacità di resistenza alle deformazioni dell’osso, questo può subire una frattura.
Il numero delle ossa presenti nello scheletro di un individuo in età adulta è intorno ai 200 elementi. L’approssimazione è dovuta al fatto che possono esserci ossei sovrannumerari o accessori, per mancata fusione di nuclei di ossificazione o comparsa di ossa normalmente assenti nella specie umana durante lo sviluppo embrionale. Oppure possono esserci ossa sesamoidi dovute a ossificazione di noduli cartilaginei nell’ambito di tendini o legamenti del piede o della mano, in seguito a particolari sollecitazioni meccaniche dopo la nascita.
Ci sono alcune caratteristiche costanti nelle ossa che permettono, in presenza di pochi o anche di un solo elemento osseo, di stabilire se si tratti di un reperto umano e in tal caso di ipotizzare certi caratteri esteriori dell’individuo a cui apparteneva.
Le ossa possono essere distinte in lunghe, corte o piatte, a seconda della forma.
Le ossa lunghe possono essere scomposte in una parte tubulare (diafisi) e altre due terminali (epifisi ossee) e sono caratterizzate dalla lunghezza prevalente su spessore e larghezza.
Le ossa corte, costituite per la maggior parte da sostanza spugnosa ricoperta da un sottile strato di sostanza compatta, hanno lunghezza, larghezza e spessore equivalenti.
Nelle ossa piatte lunghezza e larghezza prevalgono sullo spessore; nel caso delle ossa craniche la sostanza spugnosa è detta diploe.
Le ossa sono costituite da tessuto osseo, ma anche da materiale connettivo: il periostio che le ricopre all’esterno e l’endostio che ne tappezza le cavità interne. Sono inoltre costituite da parti cartilaginee che ne rivestono le superfici articolari e, nell’età pre-puberale, anche dalla cartilagine di accrescimento.
Inoltre, esse ospitano al loro interno il midollo osseo, tessuto con attività emopoietica (in cui cioè si formano gli elementi corpuscolati del sangue: globuli rossi, globuli bianchi, piastrine).
Nel loro insieme le ossa fungono da deposito di sali minerali, in particolare di sali di calcio, ione che riveste un ruolo importante nelle attività cellulari, nei processi della contrazione muscolare e della coagulazione del sangue.
Le articolazioni formano con le ossa l’apparato dello scheletro e assolvono a due funzioni: rendere le ossa solidali e consentire il movimento reciproco delle ossa contigue e quindi di segmenti scheletrici tra loro. Le articolazioni sono più numerose dei segmenti ossei visto che ogni elemento osseo ha più punti articolari. I tipi di articolazione presenti nel corpo umano sono circa una trentina.
A seconda delle parti scheletriche coinvolte, le articolazioni devono far fronte a esigenze contrastanti: una statica, l’altra dinamica. Ciò avviene mediante due categorie fondamentali di articolazioni, le sinartrosi e le diartrosi. Un tipo particolare di articolazione è poi quello delle anfiartrosi intervertebrali.
Nelle sinartrosi, tra le ossa messe in relazione è interposto un altro tessuto con funzione meccanica, cosicché le sinartrosi sono definite articolazioni per continuità. Sul contorno del punto articolare possono esistere dispositivi connettivali detti legamenti periarticolari. Sono sinartrosi le suture, in cui le ossa entrano in contatto per mezzo dei loro margini sottili (come nel caso delle ossa craniche), tra i quali si trova del tessuto connettivo, senza presenza di legamenti; le sincondrosi, in cui le ossa sono unite da un tratto di cartilagine ialina, come nel caso della giunzione tra coste e cartilagini costali; le sinfisi, come nel caso di quella pubica, un tipo di articolazione solitamente rinforzata da numerosi legamenti.
Nelle diartrosi invece i capi articolari sono in contatto tramite superfici cartilaginee, tra le quali si mantiene uno spazio o intervallo articolare. In questo spazio talvolta trova posto un disco fibroso, o menisco, con funzione di “cuscinetto”. Nelle diartrosi le ossa sono unite da una sorta di manicotto che impedisce il distacco dei due segmenti ed è composto da una capsula articolare e da legamenti articolari.
Tra superficie articolare e faccia interna del manicotto si crea una cavità articolare, rivestita di una membrana, detta sinoviale, contenente un liquido detto sinovia, che ha il compito di facilitare lo scorrimento delle superfici cartilaginee.
Le diartrosi sono dette articolazioni per contiguità e comprendono: le artrodie, le enartrosi, le condiloartrosi, i ginglimi (articolazioni come il ginocchio e il gomito), nonché articolazioni complesse derivanti dall’insieme di più tipi di diartrosi tra ossa, che restano però unite da un’unica capsula, con una sola cavità sinoviale.
Da un punto di vista strutturale, le ossa, in medicina tradizionale cinese, hanno la stessa funzione che conosciamo dell’anatomia occidentale: sostengono il corpo, “palazzo del midollo” e danno vita ad una struttura in grado di consentire la posizione eretta e la deambulazione.
Nella concezione orientale si riconoscono inoltre funzioni e proprietà che entrano in stretta relazione con la nostra energia più profonda e preziosa.
C’è uno stretto collegamento con il Rene ed il jing del Rene, considerato in MTC uno dei 3 tesori e di conseguenza, con l’elemento acqua a cui appartiene insieme alla vescica urinaria.
Parallelamente anche le pietre, definite in antichità “ossa di Gaia”, riconnettendoci all’energia della terra, ci danno un esempio di quanto la struttura e quanto essa contiene sia fondamentale per la vita.
È importante prendersi cura di sé e farlo con uno stile di vita sano che tiene conto di un’alimentazione equilibrata, di un adeguato esercizio fisico e, non da ultimo, della sana consuetudine alle coccole di bel un massaggio!
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